9 Settembre 2019 1508 parole, 7 lettura minima Ultimo aggiornamento : 7 Novembre 2023

Alla ricerca di Carlo Crivelli nelle Marche (Italia)

Di Pierre-Nicolas Schwab Dottorato di ricerca in marketing, direttore di IntoTheMinds
Per una volta, vorrei condividere con voi qualcosa di diverso dal marketing e dai Big Data. Così come ho condiviso le mie avventure in Islanda, quest’anno ho optato per una vacanza culturale con la mia famiglia. E cosa c’è di […]

Per una volta, vorrei condividere con voi qualcosa di diverso dal marketing e dai Big Data. Così come ho condiviso le mie avventure in Islanda, quest’anno ho optato per una vacanza culturale con la mia famiglia. E cosa c’è di più complicato che far interessare un bambino di 9 anni all’arte in generale e alla pittura in particolare? Era, quindi, necessario “ingannare” per combinare gli interessi degli adulti e dei bambini. Quindi, ho fatto credere che questa vacanza fosse una sorta di “caccia al tesoro” o, più precisamente, una caccia ai dipinti del Rinascimento italiano.
Dopo una breve sosta a Mantova, la città dei Gonzaga e di Andrea Mantegna (il cui padre Giovanni Santi, padre di Raffaello, si diceva il migliore di tutti), è stato nelle bellissime Marche che abbiamo trascorso le nostre vacanze. Questa regione fu sotto il controllo papale dal Medioevo fino alle conquiste napoleoniche della fine del XVIII secolo. La protezione vaticana fu, quindi, per 400 anni, terreno fertile per l’emergere di grandi artisti, in particolare dalla vicina Repubblica di Venezia. Un esempio è Carlo Crivelli (1430-1495), le cui tracce abbiamo seguito.

Carlo Crivelli: un artista unico del Rinascimento italiano

Carlo Crivelli (da non confondere con il fratello Vittore o Vittorio Crivelli, di cui parleremo più avanti) nacque a Venezia e imparò dapprima la pittura con Antonio Vivarini, a Venezia, prima di trasferirsi a Padova dove Squarcione (il cui allievo più famoso fu Andrea Mantegna) lo aiutò ad affinare le sue abilità.
Mentre in questo momento di transizione nel XV secolo gli artisti si allontanavano dalla tradizione pittorica bizantina, Carlo Crivelli inventò uno stile che fosse riconoscibile tra tutti, mutuando realismo e prospettiva, emozioni, pur conservando alcuni tratti bizantini in particolare. Il suo stile mi ha sorpreso perché le sue linee sottili mi hanno ricordato un po’ il fumetto (puristi, scusatemi per questo bizzarro parallelo).
Il mio interesse per Carlo Crivelli risale ad alcuni anni fa, quando ho scoperto un suo dipinto alla National Gallery di Londra (vedi a sinistra). Questa esperienza molto commovente mi ha ispirato a saperne di più su questo artista. Proprio mentre preparavamo le nostre vacanze estive mi sono imbattuto in una pagina che elencava le opere di Crivelli nelle Marche. Mi è venuta, quindi, naturale l’idea di usare il pretesto di un censimento per scoprire Crivelli e aggiornare una mappa delle sue opere. Un modo per unire il lavoro al piacere e per imparare a creare una mappa interattiva con Google Maps.
Avanziamo per qualche centinaio di chilometri attraverso le Marche sulle orme di Carlo Crivelli.

Tappa 1: Montefiore dell’Aso e Monte San Martino

La nostra prima tappa ci ha portato nell’entroterra, a sud della Regione.
La prima tappa è Montefiore dell’Aso, accogliente paesino a sud di Fermo. Carlo Crivelli aveva realizzato un polittico per la chiesa di San Francesco, purtroppo smantellata nell’Ottocento per finanziare lavori di ristrutturazione. Nel museo comunale di Montefiore dell’Aso (Polo museale di San Francesco) rimangono solo sei incredibili pannelli che catturano immediatamente lo stile, la cura dei dettagli e le emozioni di Carlo Crivelli. Per l’aneddoto, il pannello centrale superiore (mancante) è quello della National Gallery di Londra che ha dato il via alla mia ricerca. Altri due pannelli (tra cui il pannello centrale inferiore più essenziale nella composizione) dovrebbero trovarsi al Museo Reale di Belle Arti di Bruxelles. Questa pagina ti permette di visualizzarli. Sfortunatamente, una volta arrivato lì, non li ho visti esposti. Devono, quindi, essere nel deposito.

La nostra seconda destinazione è stata Monte San Martino, un paesino di montagna a 1 ora da Montefiore dell’Aso che prende il nome dal santo omonimo. È, quindi, logicamente nella chiesa omonima che si trova un polittico (questo nella sua interezza) firmato sia da Carlo Crivelli che dal fratello Vittorio. Per accedere alla chiesa (chiusa al di fuori delle funzioni religiose), si deve contattare la pinacoteca pubblica. Nel caso in cui nessuno risponda, ci si deve recare direttamente all’amministrazione comunale al primo piano del bar-ristorante, di fronte alla pinacoteca. La persona che è di turno ha le chiavi della chiesa e, probabilmente, sarà felice di aprirti le porte.
Riguardo al polittico stesso, gli esperti concordano sul fatto che i 4 Santi nella parte superiore siano di mano di Carlo, così come quelli a sinistra nella parte inferiore. Ci si può anche chiedere perché Vittore abbia ereditato le parti principali quando la sua padronanza tecnica era inferiore a quella del fratello. Il disegno del polittico di Monte San Martino è simile a quello di Montefiore dell’Aso: una Pietà al centro della parte superiore affiancata da due riquadri per lato; una Madonna col Bambino nella parte inferiore e anche due pannelli laterali. Tuttavia, la predella è diversa nella sua concezione in quanto quella di Monte San Martino ha 13 ritratti mentre Montefiore dell’Aso ne aveva, probabilmente, solo 11.

 

Tappa 2: Ascoli Piceno

Sapendo che Carlo Crivelli si stabilì ad Ascoli Piceno, questo capoluogo di provincia è un luogo straordinario per scoprire la sua opera. Quest’ultime sono visibili in due luoghi distinti: la cattedrale (unica opera completa di Carlo Crivelli ancora esistente nel luogo per il quale è stata progettata, più di 500 anni fa) e la pinacoteca comunale (danneggiata dal terremoto del 2016 ma ancora accessibile). In quest’ultima si trovano due opere di Carlo Crivelli: un trittico del 1470-1473, danneggiato, ma ancora relativamente leggibile, raffigurante una Vergine col Bambino attorniati da Santa Lucia, Sant’Antonio e San Sebastiano; un trittico (senza data, questo, più danneggiato) raffigurante una Madonna col Bambino attorniata dai Santi Pietro e Sebastiano. Solo San Sebastiano è ancora visibile quasi per intero.

Il momento clou del viaggio ad Ascoli Piceno è stata, ovviamente, la visita alla cattedrale dove rimane il polittico commissionato per lo stesso luogo più di 500 anni fa (1473) in onore di San’Emidio. È una delle opere più rappresentative di Carlo Crivelli, integra e perfetta testimonianza dell’arte di una pala d’altare del XV secolo. Tuttavia, è deplorevole che l’opera non sia accessibile a distanza ravvicinata. Dato che è appesa piuttosto in alto, è necessario avere una buona vista per apprezzarne i dettagli. Non esitate a inserire 1€ per ascoltare le informazioni esplicative e illuminare il lavoro. La cappella non è molto luminosa, nemmeno d’estate.

Tappa 3: Macerata

Il Museo di Macerata (Palazzo Buonaccorsi) conserva un’opera molto toccante del Crivelli, una Madonna con Bambino di cui si sa poco sulla sua origine. Si dice facesse parte di un polittico, andato in gran parte distrutto dall’incendio della chiesa (Chiesa dei Minori Osservanti) dove si trovava. Anche senza il suo contesto, questo lavoro rimane molto emozionante perché si può sentire l’amore di una madre per suo figlio. Lo sguardo del piccolo Gesù ricorda lo sguardo molto espressivo degli angeli che sostengono Gesù mentre discende la croce, visibile nella mostra della National Gallery.

Quest’opera è, senza dubbio, il punto centrale della collezione raccolta a Palazzo Buonacorsi. Consiglio vivamente di non visitarlo il lunedì (solo visite guidate e limitate a +/- 60 minuti): se si desidera dedicare del tempo ad apprezzare le opere del museo, il resto della settimana è aperto. Ricordiamo, inoltre, che il biglietto d’ingresso (10€, valido dieci giorni) dà diritto a visitare altri luoghi di Macerata come Palazzo Ricci (palazzo privato, visite guidate solo ad orari prestabiliti, per cui è necessario prenotare con largo anticipo).

Tappa 4: Corridonia e Sant’Elpidio Mare

Le ultime due tappe del mio viaggio mi hanno portato a Corridonia e Sant-Elpidio Mare.
Corridonia è un piccolo paese situato a metà strada tra il mare Adriatico e l’Appennino. È nella chiesa di San’Agostino che bisognerà andare a trovare la parte centrale (Madonna col Bambino) di quello che, un tempo, era, ovviamente, un polittico. L’opera è stata restaurata male ed ha perso il suo fascino. La guardia di sicurezza, piuttosto sgradevole, non ci ha permesso di scattare foto.
Questa cappella, trasformata in un piccolo museo, merita una visita anche per le altre opere esposte, tra cui un superbo polittico del Vivarini, con il quale Carlo Crivelli imparò a dipingere.

Infine, non lontano da qui c’è Sant’Elpidio Mare. Il sito le-marche.com segnalava la presenza in municipio di un’opera di Carlo Crivelli. Si tratta, infatti, di un polittico del fratello (Vittore Crivelli), trasferito 20 anni fa alla pinacoteca pubblica che porta anche il suo nome. Per una questione di forma, ho inserito alcune immagini dell’opera di Vittore, il cui linguaggio pittorico è dominato dall’influenza del fratello. Se i volti mancano di profondità ed espressività rispetto a quelli di Carlo, bisogna stare attenti a non denigrare troppo in fretta Vittore che, tuttavia, mostra grande meticolosità nel suo lavoro e, alla fine, produce opere di eccezionale qualità e grande interesse. Per accedere alla galleria d’arte, bisogna recarsi presso l’ufficio turistico lontano 200 m. Dopo aver pagato un modesto biglietto d’ingresso (€ 4,50), qualcuno dello staff ti aprirà le porte del museo.

Conclusione

Spero che questa breve recensione del nostro viaggio alla ricerca di Carlo Crivelli vi abbia fatto venire voglia di saperne di più su questo pittore. Se desideri riutilizzare alcune delle immagini, puoi farlo citando la loro origine e includendo un link a questo sito web. Se desideri più immagini o versioni a risoluzione più elevata, non esitare a contattarmi.



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