20 Maggio 2011 525 parole, 3 lettura minima Ultimo aggiornamento : 17 Maggio 2022

L’esempio di una customer experience ben gestita da Blancpain

Di Pierre-Nicolas Schwab Dottorato di ricerca in marketing, direttore di IntoTheMinds
Quando Jean-Claude Biver ha rilevato Blancpain per rinnovarlo, una delle prime cose che ha fatto è stata lanciare i 6 capolavori, una gamma di 6 orologi (dal più semplice al più complicato) alloggiati nella stessa cassa. Uno di quegli orologi […]

Quando Jean-Claude Biver ha rilevato Blancpain per rinnovarlo, una delle prime cose che ha fatto è stata lanciare i 6 capolavori, una gamma di 6 orologi (dal più semplice al più complicato) alloggiati nella stessa cassa. Uno di quegli orologi era la fase lunare, che combina un calendario annuale con la visualizzazione delle fasi lunari. Questa è una complicazione piuttosto classica che esiste ancora (in un caso più ampio) oggi nella gamma di prodotti Blancpain.

Già negli anni ’80 Biver commercializzava l’unicità dei movimenti, portando avanti argomenti tecnici (il movimento più sottile, la ripetizione minuti più piccola, …) per convincere i potenziali clienti. L’unicità tecnica dei movimenti è ancora una pietra angolare della strategia di Blancpain; tuttavia il modo in cui il messaggio veicolato è meno tecnico e molto più emotivo di prima.

La versione oro rosa (foto di Jeffrey Kingston)

Diamo un’occhiata a un esempio contemporaneo di come Blancpain gestisca la customer experience e riesca a creare legami emotivi con i suoi clienti. Il miglior esempio che ho trovato per spiegare perché Blancpain è così unico è un orologio prodotto nel 2003 in occasione del 20° anniversario delle fasi lunari. Questo orologio è stato presentato alla fiera di Basilea ed era ovviamente un’edizione limitata (per chi fosse interessato c’erano 300 pezzi in oro rosso e 100 in platino). Mentre per la maggior parte dei marchi l’edizione limitata è di per sé sufficiente a creare l’unicità, Blancpain fa molti passi avanti.

The platinum version

The platinum version

La versione oro rosa (Foto di Jeffrey Kingston)

Trovo questo orologio un modello molto sobrio che rafforza la mia convinzione che Blancpain attiri gli intenditori (anche se non mi sento di appartenere a quest’ultima categoria). Due caratteristiche principali sono emblematiche di questo orologio; il primo è nell’orologio; il secondo è fuori dall’orologio.

La funzione “on-the-watch” è in realtà qualcosa che solo il proprietario può ammirare. In realtà è il rotore. È diventata una pratica comune avere il retro trasparente su tutti gli orologi di questa categoria (anche sui falsi) ma nessun altro marchio personalizza i rotori in questo modo (ne avevo già parlato in un post precedente). Il rotore di questo orologio è inciso a mano in modo da sembrare una luna (che ricorda anche il quadrante visualizzato sull’indicatore della luna nelle versioni precedenti di questo orologio). Questo è solo puro lusso… nessuno può vederlo tranne il proprietario. Ricordo che qualcuno molto tempo fa mi diceva cosa fosse il lusso: “un gioiello d’oro argentato”. Bene, il concetto qui è simile.

L’ “uomo nella luna” (foto di Jeffrey Kingston)

La seconda caratteristica unica è la confezione. I lettori abituali di questo blog potrebbero ricordare gli sforzi di Louis Vuitton, ad esempio (leggi il post in francese qui). Blancpain ha raggiunto un’altra dimensione con il suo concetto di packaging. Volevano infatti riprodurre la superficie della luna (che è già di per sé una sfida) e preservare l’autenticità del “Made in Switzerland” arrivarono al punto di chiedere all’ultima fonderia di alluminio in Svizzera di produrre le scatole che finiranno per ospita gli orologi. Ogni scatola riporta il numero dell’orologio e fa quindi parte del set.



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