6 Settembre 2023 1520 parole, 7 lettura minima Ultimo aggiornamento : 23 Ottobre 2023

Veicoli elettrici: Troppe variazioni nei prezzi di ricarica

Di Pierre-Nicolas Schwab Dottorato di ricerca in marketing, direttore di IntoTheMinds
Una ricerca sui prezzi di ricarica dei veicoli elettrici effettuata tramite la piattaforma Chargemap rivela differenze incomprensibili tra operatori e Paesi. Vengono evidenziate differenze da 1 a 9, nonché modelli di fatturazione che rendono la guida in modalità elettrica non redditizia nel 32,6% dei casi rispetto alla benzina.

La nostra ricerca esclusiva sui prezzi di ricarica dei veicoli elettrici sulla rete Chargemap in 20 Paesi europei rivela differenze di prezzo inspiegabili. Queste differenze riflettono la mancanza di regolamentazione in un settore che, in alcuni Paesi, approfitta di una situazione oligopolistica per imporre prezzi eccessivamente elevati ai consumatori. Questa situazione solleva anche interrogativi sui margini di Chargemap e sulla necessaria evoluzione di un settore che soffre di inefficienze (concorrenza e trasparenza dei prezzi) su cui prosperano operatori e intermediari.

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Statistiche sul prezzo della ricarica elettrica in Europa tramite Chargemap

  • Il 68,8% delle ricariche viene fatturato solo per kWh
  • Il 21,4% delle ricariche è fatturato al kWh e al minuto
  • Il 6,3% delle ricariche viene fatturato solo al minuto.
  • Nel 5,2% dei casi vengono aggiunti costi fissi, fino a 14,52 euro per ricarica.
  • Tra gli operatori che fatturano in kWh su Chargemap, il più economico è EVBox in Norvegia (0,2 €/kWh), mentre il più costoso è Saascharge International (1,391 €/kWh). Il margine di Chargemap sulla tariffa di Saascharge è del 58%.
  • La ricarica più economica si trova in Norvegia (10,1 euro per 48,6 kWh).
  • La ricarica più costosa si trova ad Argeles-sur-Mer, in Francia (tariffa solo a tempo: 0,872 €/minuto per una presa domestica da 3,7kW e una di tipo 2 da 22kW).

A titolo introduttivo, va ricordato (si veda anche la sezione metodologia) che le cifre citate in questo articolo provengono da un’indagine condotta nell’agosto 2023 su Chargemap. I prezzi indicati non riflettono i prezzi che si potrebbero ottenere sottoscrivendo un abbonamento direttamente con un operatore. Ma non è questo il punto. A parte il fatto che un abbonamento (a pagamento) vi lega a un determinato operatore, questa non è una soluzione per i proprietari di auto elettriche che viaggiano al di fuori dei confini nazionali.


Obiettivo dell’articolo

L’obiettivo di questo articolo è ripartito.

Da un lato, come proprietario di un veicolo elettrico, vorrei capire le differenze di prezzo che esistono tra un operatore e l’altro. All’inizio mi sembrava illogico che i prezzi variassero troppo, perché l’elettricità è una merce. Avrebbe senso che un litro di benzina avesse un prezzo di 2 euro al litro in una stazione e di 14 euro in un’altra, per non parlare dello stesso Paese?

D’altra parte, attraverso queste differenze di prezzo, volevo interrogarmi sull’efficienza del mercato e sul suo possibile futuro. Il mercato potrebbe essere più coeso ed efficiente nell’attuale assenza di regolamentazione. Gli intermediari (come Chargemap) prosperano su queste inefficienze a scapito dei consumatori. Quali sono le soluzioni e cosa riserva il futuro a Chargemap e ai suoi equivalenti?

Ma prima di saltare a conclusioni affrettate, diamo un’occhiata alle cifre


I prezzi variano di tre volte nello stesso paese

All’interno di uno stesso Paese, i prezzi variano generalmente di tre volte. La differenza di prezzo media tra gli operatori più e meno costosi è di 2,89. In alcuni Paesi, la differenza tra il kWh più economico e quello più caro può essere ancora maggiore:

  • 5.75 in Francia
  • 4.81 in Austria
  • 4.80 in Lettonia

A parte questi estremi, le differenze rimangono notevoli nella maggior parte dei Paesi, tanto da far sorgere la domanda sulla loro origine. Perché mai si dovrebbero riscontrare differenze da 1 a 3 per un bene come l’elettricità in uno stesso Paese?

Ratio between the most and least expensive operator on Chargemap (calculation based on a BMW i4 with 11kW converter, charge from 20% to 80% i.e. 48.6 kWh, Type 2 connector, price in € excluding free recharges)


La ricarica più costosa è in Italia

Il prezzo medio di ricarica può variare anche del doppio, a seconda del Paese. Mentre in Norvegia pagherete 21,99 euro, in Italia vi costerà 48,28 euro.

Average price for charging a BMW i4 from Chargemap-affiliated operators (calculation based on a BMW i4 with 11kW converter, charge from 20% to 80% i.e. 48.6 kWh, Type 2 connector, price in € excluding free recharges)

Queste differenze sono ancora più impressionanti se si rappresenta ciascuno dei prezzi. Nel grafico sottostante, ogni punto blu rappresenta un operatore. Il punto arancione rappresenta il prezzo mediano di ricarica per il Paese in questione. Le differenze di prezzo sono difficili da spiegare per motivi razionali.

Distribution of charging prices with Chargemap (calculation based on a BMW i4 with 11kW converter, charge from 20% to 80% i.e. 48.6 kWh, Type 2 connector, price in € excluding free recharges)


Ciò solleva la questione della redditività della guida elettrica (con una carta Chargemap).

Questa ricerca mostra che, a livello europeo, il 67,4% degli operatori su Chargemap ha prezzi ancora più interessanti della benzina. Ma questa situazione varia notevolmente da Paese a Paese. In Italia, ad esempio, l’82% degli operatori presenti su Chargemap applica al cliente finale prezzi che rendono la guida elettrica più costosa della benzina. Quindi, per i proprietari italiani che non possono effettuare la ricarica a casa, guidare a benzina è ancora più redditizio (a meno che non si sottoscriva un abbonamento direttamente con uno o più operatori).

D’altra parte, in altri Paesi, l’alimentazione elettrica è ancora più conveniente di quella a benzina. È il caso di Grecia, Spagna, Norvegia, Lituania, Paesi Bassi e Finlandia.

Proportion of operators on Chargemap with prices lower than the petrol equivalent (calculation based on a BMW i4 with 11kW converter, charge from 20% to 80% i.e. 48.6 kWh, Type 2 connector, excluding free recharges)


ll kWh più economico è in Norvegia con Chargemap

Sulla base di una carica di 48,6 kWh, è possibile calcolare un prezzo medio per kWh. Le sorprese non mancano. Nel trio dei Paesi più cari su Chargemap troviamo Italia, Austria e Francia, con prezzi per kWh vicini a 1 euro. Le cause sono indubbiamente diverse.

Il primo posto dell’Italia non sorprende, in quanto è il secondo Paese più caro d’Europa per i prezzi dell’elettricità industriale, con 0,3257 €/kWh nella seconda metà del 2022 (cfr. statistiche Eurostat). Ma che dire di Francia e Austria? L’Austria è uno dei 10 Paesi più economici d’Europa (0,1717 €/kWh) e la Francia, grazie alla sua flotta nucleare, fornisce quasi l’elettricità più economica d’Europa (0,1237 €/kWh). Solo la Finlandia fa ancora meglio, con un prezzo industriale di 0,1144 €/kWh.

Average price of Chargemap-affiliated operators (calculation based on a BMW i4 with 11kW converter, charge from 20% to 80% i.e. 48.6 kWh, Type 2 connector, price in €/kWh, excluding free recharges)

Cosa succede?

In Austria, i prezzi elevati sono in gran parte dovuti al modello di tariffazione. Dei 21 operatori austriaci elencati su Chargemap:

  • 5 carica al minuto oltre che al kWh
  • 8 ricarica solo in base al tempo di ricarica.

Ciò è tanto più svantaggioso in quanto non si tratta di stazioni di sovralimentazione, ma di stazioni da 11 o 22 kW. Se l’auto non ha un convertitore potente, la ricarica richiede più tempo e si viene penalizzati. Il vincitore è Electromaps a Ried im Innkreis, i cui servizi tramite Chargemap per un punto di ricarica da 11kW costano 0,29 €/min più un costo fisso di 14,52 €.


Una situazione oligopolistica è destinata a essere non ottimale. Gli intermediari come Chargemap si buttano nella mischia perché rappresentano un’opportunità commerciale.


Chargemap sfrutta le inefficienze del mercato

Cosa possiamo imparare da questa ricerca e cosa ci dice sullo stato del mercato della ricarica dei veicoli elettrici presso le stazioni di ricarica pubbliche?

Lezione 1: variazione dei prezzi

La prima lezione è che i prezzi di un bene variano molto. Mentre i prezzi dell’elettricità industriale variano da 1 a 3 tra la Finlandia (la più economica) e la Romania (la più costosa), i prezzi della ricarica variano da 1 a 9 e addirittura da 1 a 23 se si considerano gli outlier.

Lezione 2: I servizi di Chargemap non sono gratis

La seconda lezione è che i servizi di Chargemap non sono gratuiti e talvolta sono costosi. Nel caso della stazione di ricarica più costosa d’Europa su Chargemap, sappiamo che il prezzo di Saascharge è più che raddoppiato. Un margine del 58% è condiviso tra Chargemap e la piattaforma di interoperabilità. Gli utenti abituali di Chargemap dovrebbero quindi chiedersi quanto sia redditizia l’operazione. Per chi viaggia poco, potrebbe essere più interessante sottoscrivere un abbonamento direttamente con un operatore.

Lezione 3: il mercato

La terza e ultima lezione riguarda la struttura del mercato. Imponendo abbonamenti e tariffe talvolta complesse, gli operatori cercano di bloccare gli utenti nella loro rete. Il metodo è ben noto e ha fatto il giro di Apple, ad esempio, con i suoi cavi di ricarica, il sistema di operazioni, il negozio di app, ecc.

A ciò si aggiunge la struttura risultante dai mercati pubblici, che ordinano l’installazione di chioschi self-service. Per esigenze, questi mercati pubblici sono dominati da poche aziende, il che porta a situazioni oligopolistiche in alcune città. Una situazione oligopolistica è destinata a essere subottimale. Gli intermediari come Chargemap si inseriscono in questa falla perché rappresenta un’opportunità commerciale. Regole chiare, imposte a livello europeo per semplificare la concorrenza, dovrebbero conferire flessibilità a questo mercato. Ad esempio, è essenziale rendere più flessibile l’utilizzo di terminali appartenenti a diversi operatori senza una carta di abbonamento. In un’epoca in cui tutti hanno imparato a pagare con la carta di credito e senza contatto, è urgente rendere i chioschi compatibili tra loro. In questo modo, aziende come Chargemap dovrebbero scomparire.


Metodologia

Per la presente ricerca, abbiamo esaminato i prezzi di 173 operatori su Chargemap per le ricariche su stazioni di ricarica di tipo 2 AC (le più diffuse) da 3 a 44 kW. L’indagine è stata condotta in 20 Paesi europei.

Il prezzo rilevato è quello praticato da Chargemap per poter effettuare confronti affidabili tra gli operatori, la rete di ricarica per veicoli elettrici più estesa d’Europa.

Il costo di una ricarica è stato calcolato sulla base di una carica dal 20% all’80% per una BMW i4, cioè una carica di 48,6 kWh. Questo veicolo è dotato di un convertitore da 11 kW. Il tempo di ricarica è stato determinato utilizzando questo calcolatore online.

Il consumo medio di energia è stato calcolato in base ai dati del produttore, ossia 17,6 kWh/100 km (dati ufficiali del ciclo WLTP: 16,1-19,1 kWh/100). Il consumo medio di carburante di un veicolo a combustione è stato determinato sulla base dei dati Ademe 2020 per la flotta francese, ossia 6,8 litri di benzina per 100 km. Il prezzo di un litro di benzina è stato fissato a 2€/L in questa ricerca per sovrastimare il prezzo al chilometro di un veicolo a combustione.



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