30 Settembre 2019 461 parole, 2 lettura minima Ultimo aggiornamento : 15 Marzo 2022

Ecco come quei 3 artisti hanno alimentato la loro creatività

Di Pierre-Nicolas Schwab Dottorato di ricerca in marketing, direttore di IntoTheMinds
Il processo di creazione è misterioso. Il processo di innovazione lo è altrettanto. Anche se i processi (Design Thinking, per esempio) cercano di incanalare e promuovere l’innovazione, è in un campo dove la creazione è centrale: l’arte. L’atto della creazione, […]

Il processo di creazione è misterioso. Il processo di innovazione lo è altrettanto. Anche se i processi (Design Thinking, per esempio) cercano di incanalare e promuovere l’innovazione, è in un campo dove la creazione è centrale: l’arte.
L’atto della creazione, questa misteriosa genesi dell’Idea, mi ha sempre affascinato. Come ho spiegato in un articolo pubblicato quest’anno, credo fermamente che l’atto originario della creazione sia proprio dell’uomo; questa capacità di innovare oltre i sentieri battuti è senza dubbio anche parte della natura umana. Non siamo, forse, l’unica specie sulla terra a decorare e abbellire i suoi strumenti?

L’intelligenza umana è unica, in quanto può creare connessioni spontanee tra elementi immagazzinati nella nostra memoria. È inoltre necessario poter stimolare la propria mente ed essere esposti agli stimoli che sono i precursori della creazione.

Durante un viaggio a Copenaghen, ho avuto l’opportunità di visitare la mostra dedicata a Pierre Bonnard, alla Glyptothek (il Museo Carlsberg). Una fotografia scattata nel 1955 dal fotografo Alexander Liberman nello studio del pittore illustra questo processo creativo. Vediamo riproduzioni di opere di Picasso, Seurat, Monet, Vermeer, ma anche cartoline di vacanze, alcune delle quali, con le palme in primo piano, ricordano alcune creazioni di Bonnard. Più incongrua è anche una mappa di Cannes e campioni di carta, prova che la creatività nasce dallo scontro tra elementi di memoria apparentemente separati.

mur de l'atelier de Pierre Bonnard

Una parete nello studio di Pierre Bonnard fotografata nel 1955 (8 anni dopo la morte del pittore) da Alexander Liberman

Questa fotografia mi ha ricordato la parete dello studio di André Breton, affascinante testimonianza materica dell’ispirazione dell’inventore del surrealismo. Questo “muro” è stato ricostruito al Museo Pompidou dopo la morte di Breton e, come nel caso di Bonnard ma su scala più ampia, è un accumulo di oggetti significativi da cui, poi, scaturirà la scintilla dell’innovazione.

Le "mur" de l'atelier d'André Breton visible au Centre Pompidou

Il “muro” dello studio di André Breton (ricostituito al Centre Pompidou di Parigi) è un accumulo di oggetti eterogenei che hanno esercitato un affascinante potere di innovazione sul creatore del movimento surrealista.

In un altro stile, anche la bottega di Francis Bacon non è male. È stato descritto nel quotidiano Libération come un “disordine totale [contenente] centinaia di fotografie di operazioni chirurgiche, uomini nudi e carne cruda, da cui Bacon ha tratto ispirazione per i suoi dipinti”. Le foto del laboratorio di Francis Bacon rivelano il caos di cui alcune persone hanno bisogno per vedere emergere la loro creatività.

L'atelier de Francis Bacon

Il laboratorio di Francis Bacon ricreato alla Hugh Lane Gallery di Dublino. Crediti immagine (creativo comune): Flickr / R. K.

E quali sono le tue ricette per stimolare la tua creatività? Se ne stai cercando qualcuna, guarda le mie. Forse ti ispireranno?



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